Immersi nei colori autunnali, questa settimana dedichiamo un po’ di attenzione alla patata americana, ortaggio nel pieno della sua stagionalità e, non a caso, tipicamente consumato proprio in questo periodo dell’anno, magari accompagnato da un buon bicchiere di vino nuovo. Sicuramente più consumata dai nostri nonni che dalle nuove generazioni, la batata – questo infatti il suo vero nome di commercializzazione – è stata per anni confusa con la normale patata, sebbene non abbia nulla a che vedere con il suddetto tubero se non i natali: arriva infatti anch’essa dal Nuovo Mondo. Inizialmente utilizzata principalmente come foraggio per il bestiame, iniziò ad essere coltivata come cibo per l’uomo da metà ottocento proprio in Veneto: vuoi per la fame che attanagliava le campagne in quegli anni, vuoi per il suo sapore oggettivamente piacevole, in pochi anni i territori meridionali della nostra regione si specializzarono nella sua produzione, giunta ai giorni nostri ancora florida e con alcune eccellenze, come la batata di Zero Branco e Anguillara.
In effetti questa sorta di “patata dolce” ben si presta ad essere consumata come spuntino, semplicemente lessata, sbucciata e tagliata a fette: così come può costituire un ottimo contorno, condita con olio extra vergine d’oliva e sale; oppure può essere l’ingrediente di pietanze più elaborate, come gnocchi, sfornati e gateux. Non a caso gli chef regionali appassionati dei sapori a km zero si stanno sbizzarrendo in manicaretti che vedono la batata protagonista di successo: e non solo per il suo piacevole sapore. La patata dolce è anche una fonte eccellente di provitamina A, indispensabile alla salute dei tessuti e alla vista. Inoltre contiene un buon quantitativo di potassio, di vitamina B9 (acido folico) e maggior amido rispetto alla patata normale, a fronte però della medesima quantità di zuccheri. Tutte questa proprietà, unite alla facilità di coltivazione, ne fanno il quinto alimento a livello mondiale: è infatti largamente coltivata e consumata specialmente nei paesi in via di sviluppo, che spesso la pongono alla base della propria dieta. La sua richiesta sta aumentando anche nella Marca anche grazie alle comunità straniere, che la cercano per un consumo quotidiano.
Nell’acquistarle, scegliete i tuberi privi di macchie scure, meglio se di pezzatura non troppo grande: con l’eccessivo ingrossamento la parte centrale può risultare un po’ legnosa. Una volta portate a casa, prima della lessatura, raschiate le batate con un coltello e con un panno umido, ma non sbucciatele: vanno cucinate con la scorza, che conserverà al meglio il sapore dolce, la consistenza tenera e carnosa e l’aroma tipico dovuto agli olii volatili che il tubero sviluppo dopo la cottura.
Curiosità
La confusione tra patata e batata ha origine con il suo arrivo nel vecchio continente: si trova menzionata per la prima volta in documenti di bordo del 1514, che la descrivono come pianta spontanea dell’Honduras; in una lista merci datata 1634 di piante importate dall’America da John Tradescant compaiono una “papas americana flore albo” – probabilmente la patata – e una “papas americana flore purPureo”, identificata come batata. Linneo la classificò come Convolvulus Batatas, distinguendola quindi dalla famiglia delle solanacee da cui deriva la patata. L’ultimo atto della sua classificazione al genere Ipomoea fu ad opera del botanico Poiret, a inizio 800. Anche se a noi semplici consumatori basta un semplice assaggio per capire la differenza tra il tubero di patata e la dolcissima batata. Buona degustazione!
RICETTA
COPPETTE DI PATATA AMERICANA
Ingredienti per 4 persone:3 patate americane di media dimensione, 40 g burro, 8 cucchiai zucchero di canna, 100 cl grappa, 2 manciate uva sultanina, 1/2 manciata mandorle pelate, 1/2 cucchiaino cannella in polvere
Procedimento: lavate e cuocete le patate americane nel microonde a media potenza per 8 minuti, dopo averle punzecchiate con uno stecchino in profondità. Nel frattempo, mettete l’uvetta a bagno e tritate le mandorle. Scaldate il burro in una padella e saltate le patate tagliate a tocchetti regolari. Lasciate cuocere per qualche minuto: unite quindi le mandorle e l’uvetta ben strizzata. Spolverate con 2 cucchiai di zucchero e dopo un paio di minuti togliete dalla pentola. Sistemate il composto su delle coppette
Nella stessa padella versate 1 bicchiere di acqua calda e rimettete sul fuoco. Prima che inizi a bollire, unite grappa, zucchero e cannella, mescolando finche la salsa inizia ad addensare.
Versate quindi sulle coppette e servite subito.