Utilizzare il sale corretto in una piscina dotata di sistema di elettrolisi salina è un aspetto fondamentale per garantire l’efficienza dell’impianto, la durata dei componenti e la qualità dell’acqua. A differenza delle piscine tradizionali che richiedono l’aggiunta di cloro o altri disinfettanti chimici, nelle piscine salate il sale presente nell’acqua viene trasformato in cloro attraverso un processo elettrochimico, mantenendo il pH più stabile e riducendo sensazioni di irritazione a occhi e pelle. Tuttavia, non tutti i tipi di sale sono adatti a questo scopo: la presenza di impurità, di additivi o di iodio può compromettere il funzionamento della cella elettrolitica, generare corrosione delle parti metalliche e render e necessario un controllo di manutenzione più frequente. Scoprire quale sale utilizzare significa comprendere la differenza tra le varie tipologie disponibili sul mercato, conoscere i requisiti di purezza indispensabili e dosare correttamente i cristalli in base al volume d’acqua.
Indice
- 1 Requisiti di purezza e composizione chimica
- 2 Differenze tra sale evaporato e sale marino
- 3 Forma e granulometria dei cristalli
- 4 Modalità di dosaggio e calcolo dei fabbisogni
- 5 Impatto sulla qualità dell’acqua e manutenzione del cloratore
- 6 Vantaggi del sistema di disinfezione salina
- 7 Considerazioni economiche e ambientali
- 8 Conclusioni
Requisiti di purezza e composizione chimica
Il sale per piscina deve essere costituito principalmente da cloruro di sodio (NaCl) in elevata percentuale, tipicamente superiore al 99,5%. Ogni grammo di sale aggiunto equivale a un grammo di cloruro di sodio, ma la presenza di microimpurità come solfati, carbonati, cloruri di calcio o potassio, nonché tracce di metalli pesanti, influisce negativamente sulla durata della cella elettrolitica. Un sale non adeguatamente purificato favorisce l’accumulo di depositi calcarei sulle superfici conduttive, riducendo la corrente elettrica e costringendo a pulizie più frequenti o addirittura alla sostituzione anticipata della cella. Per questo motivo è opportuno rivolgersi a prodotti certificati come “sale per piscina” o “sale per cloratori“, i quali vengono sottoposti a processi di purificazione industriale che eliminano i cloruri secondari, il ferro, il rame e qualsiasi altra sostanza che non sia cloruro di sodio puro.
Differenze tra sale evaporato e sale marino
Sebbene il sale marino da cucina e il sale evaporato industriale contengano in larga parte cloruro di sodio, non devono essere utilizzati nelle piscine salate. Il sale marino spesso conserva tracce di minerali organici, alghe o sedimenti provenienti dall’evaporazione dell’acqua di mare, che possono intasare la cella elettrolitica o provocare fermentazioni batteriche. Il sale evaporato industriale, pur risultando più puro del sale marino, non raggiunge i livelli di purezza necessari per l’elettrolisi, presentando un tenore superiore di residui insolubili, composti di calcio e magnesio che favoriscono l’innesco di incrostazioni calcaree. Al contrario, il sale per piscine viene prodotto tramite evaporazione controllata e successivi trattamenti di lavaggio con acqua demineralizzata, consentendo di raggiungere valori di purezza sopra il 99,9%. Questa percentuale garantisce che il cloruro di sodio sia l’unica sostanza attiva al momento dell’elettrolisi, evitando depositi solidi capaci di ridurre la conduttività e l’efficacia dell’apparecchio.
Forma e granulometria dei cristalli
La dimensione dei granelli di sale influenza la velocità con cui si sciolgono nell’acqua e la facilità di distribuzione uniforme nella piscina. Il sale per piscine viene solitamente proposto in cristalli di medie dimensioni, tra 2 e 4 millimetri, sufficienti per ritardare la formazione di polvere durante la manipolazione e allo stesso tempo abbastanza piccoli da dissolversi completamente in poche ore dall’aggiunta all’acqua. Cristalli troppo fini possono generare nuvole di polvere di sale durante il riempimento, mentre cristalli troppo grossi richiedono un tempo prolungato di dissoluzione, costringendo a mescolare l’acqua con l’ausilio di pompe o soffioni manuali. La presenza di cristalli uniformi assicura inoltre che il sensore di salinità rilevi con precisione la concentrazione nel bacino, evitando picchi di concentrazione locali e alterazioni temporanee dei parametri di lavoro del cloratore.
Modalità di dosaggio e calcolo dei fabbisogni
Per determinare quale quantitativo di sale aggiungere, è necessario conoscere il volume della piscina e la concentrazione ottimale che il produttore del cloratore richiede. Generalmente, la salinità consigliata oscilla tra 3 e 5 grammi di sale per litro d’acqua, ossia tra i 3 e i 5 kilogrammi ogni metro cubo. In una piscina standard da 50 metri cubi, sarà quindi necessario impiegare tra 150 e 250 chilogrammi di sale. Il calcolo può variare in presenza di regolatori di salinità integrati nel cloratore, i quali misurano in tempo reale la concentrazione dell’acqua e comunicano la necessità di un’aggiunta supplementare. Quando si versa il sale, è opportuno distribuirlo uniformemente lungo il perimetro della piscina, evitando di accumularlo vicino al filtro o alle pompe, e avviare il sistema di circolazione per favorire la rapida dissoluzione. Nei giorni successivi all’aggiunta, si consiglia di controllare il valore di salinità con kit specifici o con i display digitali integrati, così da apportare eventuali correzioni in modo tempestivo.
Impatto sulla qualità dell’acqua e manutenzione del cloratore
L’utilizzo del sale per piscine consente di mantenere un livello di cloro libero costante grazie alla cella elettrolitica, riducendo l’impiego di prodotti chimici aggiuntivi. Tuttavia, l’acqua deve essere mantenuta pulita da residui organici, poiché sostanze oleose e bagnoschiuma possono ostruire la cella, abbassandone l’efficienza. Per questo motivo, è consigliabile predisporre un pre-filtro o utilizzare un cestello raccogli residui nel vano di aspirazione della pompa. Ogni due o tre mesi si rende necessaria una pulizia approfondita della cella con una soluzione di acqua e acido cloridrico diluito, seguendo le istruzioni del produttore: il trattamento rimuove gli accumuli di calcare e ossidi, rigenerando la superficie conduttiva del metallo. La prevenzione di questi depositi richiede un bilanciamento accurato del pH, mantenendolo tra 7,2 e 7,6, e la rimozione tempestiva di foglie e detriti con retino.
Vantaggi del sistema di disinfezione salina
Rispetto alla clorazione tradizionale, i vantaggi derivano da un’acqua meno aggressiva per pelle, capelli e occhi, da un odore meno pungente e da un minor impatto di sostanze chimiche libere. La produzione di cloro istantaneo attraverso l’elettrolisi del sale garantisce un livello di disinfezione costante, poiché il cloro si genera in modo proporzionale alla richiesta dell’acqua. Questo riduce gli sprechi e i picchi di concentrazione, limitando la formazione di composti cloroamminati responsabili di irritazioni e odori. Inoltre, il riequilibrio della salinità avviene in modo graduale: eventuali evaporazioni o rabbocchi con acqua dolce vengono compensate tramite l’apporto controllato di sale, evitando oscillazioni improvvise di concentrazione.
Considerazioni economiche e ambientali
Dal punto di vista economico, il costo iniziale per il sale è relativamente contenuto: una confezione da venticinque chilogrammi di sale per piscine si aggira spesso intorno ai 10–15 euro, a seconda del produttore e del grado di purezza. Una piscina di medie dimensioni, che richiede circa 200–300 chilogrammi di sale, implica una spesa una tantum per il primo carico; successivamente, gli interventi di integrazione possono ridursi a poche decine di chilogrammi all’anno. A livello ambientale, la salinizzazione dell’acqua reflua deve essere gestita con attenzione: non occorre svuotare completamente la piscina se il tasso di salinità si mantiene entro limiti accettabili (sotto i 6 g/L). Quando si effettua il ricambio parziale, è buona norma verificare le regolamentazioni locali riguardanti lo scarico dell’acqua salata, in modo da evitare danni agli ecosistemi acquatici.
Conclusioni
Scegliere il sale per piscina più adatto significa orientarsi verso prodotti appositamente formulati, privi di additivi, stabilizzanti o coloranti, con una purezza minima del 99,9% di cloruro di sodio. Evitare sale da cucina, sale marino non purificato o sale industriale destinato all’estrazione di più minerali. La corretta granulometria e i processi di lavaggio a umido garantiscono una dissoluzione rapida e un ridotto apporto di impurità. Mantenendo equilibrati i parametri di pH, filtrazione e livelli di salinità, si sfruttano appieno i vantaggi della disinfezione salina: minor manutenzione ordinaria, acqua più confortevole e costi di gestione contenuti. Con queste premesse, la piscina salata diventa un luogo di relax sostenibile e stabile nel tempo, beneficiando della semplicità di un ciclo continuativo di generazione del cloro e di un’acqua priva dei tipici inconvenienti legati ai trattamenti chimici tradizionali.