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Come Prevenire le Macchie di Salnitro sui Muri

Il salnitro, o efflorescenza salina, consiste nella formazione di depositi bianchi o grigiastri sulla superficie dei muri, sia interni sia esterni, a causa della risalita capillare di sali disciolti nell’umidità presente nel terreno o nel materiale murario. Questi sali, trasportati dall’acqua attraverso pori e microfessure, si accumulano sul rivestimento fino a cristallizzare in superficie quando l’acqua evapora. Le manifestazioni dei cristalli possono presentarsi come macchie irregolari, polverose o crostose, a seconda della concentrazione salina e del tipo di materiale (mattoni, intonaco, calcestruzzo o muratura in pietra). Intervenire sulla comparsa di salnitro non è solo questione di estetica: col tempo i depositi salini possono indebolire l’intonaco, favorire la proliferazione di muffe e compromettere l’efficienza dell’isolamento termico delle pareti.

Indice

  • 1 Identificare le cause principali dell’insorgenza
  • 2 Intervenire sulle fondamenta e sulle barriere impermeabili
  • 3 Favorire l’evaporazione controllata dell’umidità
  • 4 Controllare le infiltrazioni e le perdite d’acqua interne
  • 5 Utilizzare materiali deumidificanti e intonaci specifici
  • 6 Sfruttare i deumidificatori e il riscaldamento controllato
  • 7 Azioni di manutenzione periodica e prevenzione a lungo termine
  • 8 Conclusioni

Identificare le cause principali dell’insorgenza

Per prevenire le efflorescenze saline è essenziale comprendere da dove proviene l’umidità che trasporta i sali. In ambienti esterni, è spesso il terreno circostante all’edificio a contenere sali minerali: le piogge e l’acqua di falda ne consentono la risalita all’interno dei muri, specie se le fondamenta non dispongono di idonee barriere impermeabili. All’interno, invece, una scarsa ventilazione o un sistema di riscaldamento che non garantisce il ricambio d’aria favoriscono alti livelli di umidità relativa, rendendo più probabile la formazione di condensa sui muri e la conseguente migrazione dei sali. Anche tubazioni mal isolate o perdite d’acqua non tempestivamente individuate creano punti di infiltrazione che innescano lo stesso processo: le pareti a contatto con tubature esterne o interrate diventano zone a rischio. Comprendere le origini di queste fonti umide diventa quindi il primo passo per interrompere il ciclo che alimenta la formazione di salnitro.

Intervenire sulle fondamenta e sulle barriere impermeabili

Nel caso di nuove costruzioni o di ristrutturazioni complete, è consigliabile inserire una barriera fisica contro la risalita capillare dei sali. Questa barriera, che spesso consiste in una guaina bituminosa o in uno strato di malta isolante con additivi idrofobizzanti, va applicata tra la base della muratura e la fondazione, in modo da impedire all’acqua di salire verticalmente. Se invece si interviene su edifici esistenti, può rendersi necessario procedere con l’inserimento di una lamina in PVC o con il ripristino del piano di posa delle murature, asportando le parti di intonaco già compromesse dal salnitro e sostituendole con materiali deumidificanti, che contengono particolari leganti in grado di assorbire l’umidità residua. Solo una volta ripristinata l’impermeabilità alla base del muro si potrà procedere con la protezione delle pareti esterne attraverso intonaci traspiranti, evitando la fissazione definitiva dei sali in profondità.

Favorire l’evaporazione controllata dell’umidità

Un altro accorgimento fondamentale per prevenire l’efflorescenza consiste nel favorire la rapida evaporazione dell’acqua che penetra all’interno dei muri. A questo scopo, è utile adottare vernici specifiche a base minerale, come pitture silossaniche o a calce, che garantiscono una grande traspirabilità mantenendo al tempo stesso una certa impermeabilità superficiale. Questi rivestimenti lasciano evaporare l’umidità interstiziale piuttosto che trattenerla, riducendo la concentrazione di sali fino alla completa eliminazione dei depositi. Se la parete è già trattata con pitture a base di poliuretano o con prodotti acrilici, è opportuno rimuovere lo strato impermeabilizzante esistente e sostituirlo con una finitura traspirante, poiché i materiali plastici ostacolano l’evaporazione e favoriscono la cristallizzazione in profondità dei sali. In ambienti interni, mantenere un’adeguata ventilazione, aprendo regolarmente le finestre o utilizzando sistemi di estrazione meccanica, accelera l’asciugatura delle pareti e limita l’accumulo di umidità superficiale.

Controllare le infiltrazioni e le perdite d’acqua interne

Molte volte la causa dell’efflorescenza è localizzata all’interno delle murature, dove perdite da tubazioni idriche o da scarichi possono generare un ristagno di acqua non immediatamente visibile. Un controllo periodico delle linee idrauliche, delle giunture dei sanitari e dei punti di connessione tra tubature è dunque indispensabile. Se si individuano tracce di bagnato o di muffa nella zona in prossimità di un impianto, è necessario riparare prontamente la perdita e far asciugare il muro trattato con deumidificatori. Nel caso di piastre di scarico intonacate, il semplice fissaggio esterno delle piastre può non bastare: può rendersi necessario smantellare l’intonaco fino alla rottura dello strato di impermealizzazione, sostituire il pezzo danneggiato o sostituire la guarnizione, quindi ricostruire il rivestimento con materiale deumidificante, come malte a base di calce idraulica naturale, che favoriscono il passaggio del vapore.

Utilizzare materiali deumidificanti e intonaci specifici

Per garantire una protezione duratura delle pareti soggette a risalita di sali, è opportuno ricorrere a materiali deumidificanti all’interno dell’intonaco. Le malte a base di calce idraulica naturale consentono un’elevata traspirabilità, permettendo la migrazione verso l’esterno dell’umidità interstiziale, portando con sé i sali in soluzione e riducendo quindi la formazione delle croste cristalline. All’esterno, gli intonaci tradizionali molto cemento‐/calce‐pesanti possono essere sostituiti con stucchi a base di grassello di calce, che garantiscono la giusta elasticità e non retengono umidità a lungo. Questi materiali, una volta asciutti, si presentano con un aspetto leggermente opaco e un colore naturale che si fonde con la muratura, valorizzando il carattere rustico senza rinunciare a un’adeguata resistenza alle intemperie.

Sfruttare i deumidificatori e il riscaldamento controllato

Nei locali interni particolarmente umidi è utile affiancare alle soluzioni costruttive anche apparecchi deumidificanti. Questi dispositivi estraggono l’umidità dall’aria, concentrandola in un reservoir di raccolta, favorendo la disidratazione delle murature. Un deumidificatore portatile, posizionato nella stanza a intervalli regolari, aiuta a ridurre l’umidità relativa, abbassandola intorno al 50–60%, livello ideale per prevenire la formazione di muffe e cristallizzazione dei sali. Parallelamente, adottare un riscaldamento moderato nelle ore serali e nelle giornate fredde riduce la condensa sulle pareti esterne delle stanze, minimizzando le differenze di temperatura tra interno ed esterno e prevenendo accumuli localizzati di umidità. L’accensione dei termosifoni o dei sistemi di riscaldamento a parete deve comunque essere bilanciata, evitando temperature troppo elevate che possono impoverire l’aria, provocando un’eccessiva secchezza.

Azioni di manutenzione periodica e prevenzione a lungo termine

Intervenire subito dopo la comparsa di una macchia di salnitro è la strategia più efficace per evitarne la progressione. Inizialmente, si possono asportare i depositi di cristalli con una spazzola a setole morbide o con un panno asciutto, con attenzione a non graffiare la superficie dell’intonaco. Successivamente, si effettua una leggera pulizia con un panno in microfibra inumidito con acqua e pochi granelli di bicarbonato, risciacquando quindi con un panno umido e asciugando completamente. Posteriormente, per le pareti interne si applica un trattamento protettivo a base di un consolidante deumidificante, che contiene silicati idrorepellenti piuttosto che sigillanti superficiali, in modo da preservare la traspirabilità naturale delle murature. All’esterno, ogni due anni è utile verificare l’integrità degli intonaci, assicurandosi che non vi siano crepe o formazioni di alghe, che possono trattenere umidità e favorire ulteriori salnitri. Agire sui punti critici, come la base delle murature a contatto con il terreno, implementando zoccolature ventilate o cordoli di protezione, riduce significativamente la risalita capillare.

Conclusioni

Prevenire le macchie di salnitro sui muri richiede un approccio combinato che coinvolga sia la progettazione e la scelta dei materiali in fase di costruzione o di ristrutturazione, sia l’adozione di un’idonea manutenzione ordinaria. Dal corretto isolamento delle fondamenta e dall’impiego di barriere anticapillari, fino all’utilizzo di intonaci deumidificanti e alla gestione attenta di umidità interna, ogni intervento contribuisce a interrompere il processo di risalita dei sali. Affiancare deumidificatori e riscaldamento controllato garantisce infine un microclima interno più equilibrato, riducendo la probabilità di formazione di efflorescenze saline. Così facendo, le pareti manterranno nel tempo un aspetto pulito e sano, evitando costi elevati per interventi straordinari di rimozione dei sali e di rifacimento di intonaci danneggiati.

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Categoria: Lavori Domestici
Roberto Detti

About Roberto Detti

Roberto Detti è un esperto di lavori domestici, un appassionato del fai da te e un attento consumatore. Con un’ampia esperienza e una passione per la condivisione delle sue conoscenze, Roberto ha trasformato le sue abilità in una risorsa preziosa per chiunque desideri migliorare la propria quotidianità.

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